Una piccola Madonna con Bambino, a sbalzo e smalto per il colombaro della zia Ilde che ci ha lasciato domenica 28 febbraio 2021. Si tratta della copia di un’opera di mio papà Ettore, realizzata all’incirca con la stessa tecnica.
Chi era zia Ilde
La carissima zia Ilde, a quasi 97 anni (mancava giusto un mese al compleanno), è volata serenamente tra le braccia di Gesù e di Maria. A loro aveva dedicato, assieme al suo amatissimo zio Michele tutta la vita. Una vita fatta di attenzioni verso i più fragili, soprattutto i giovani; di evangelizzazione e di carità. Ma anche di dedizione per le case in cui abitiamo, che ha amministrato con passione fino a pochissimi anni fa. Insomma una grandissima zia, cui mi ha legato grandissimo affetto, fino agli ultimi suoi istanti di vita. Tutti noi parenti, in particolare noi cinque fratelli Paganini e i tre cugini Venturini le siamo grati per tutto il suo amore.
Un monumento
Dicevamo all’inizio che stavolta, pensando a uno sbalzo da realizzare per il monumento funebre degli zii, finalmente riuniti ancora insieme in un colombaro del cimitero di Musocco, mi sono lasciato ispirare non da uno dei disegni preparatori di papà, ma da un suo sbalzo finito. Mi piaceva molto per la delicatezza e la dolcezza dei tratti. Nonché per la sobrietà dei colori e degli effetti di chiaroscuro. Qui ve lo mostro:
La lavorazione
Ho stampato e riportato su lastra di alluminio la figura della foto e ho iniziato lo sbalzo. Era una figura molto semplice e lineare, dovevo solo stare attento nelle parti dei visi e soprattutto del naso e delle bocca di entrambi. Ormai lo so che le difficoltà si annidano lì e nell’assenza di Ctrl Z delle cose fatte a mano.
Il supporto per il montaggio sul marmo
Quando monto il supporto di masonite, lo predispongo con 4 chiodi passanti che fuoriescono dal retro, per consentire al marmista di montare lo sbalzo ancorandolo alla lastra marmorea forata, con mastice da marmista
Patinaggio su lastra: manca la ricetta giusta
Sto cercando di risalire, in questo caso, alla soluzione che mio papà adottava per “patinare” i suoi sbalzi prima di smaltarli. Mi ricordavo un composto alcolico o comunque non grasso, che non lasciava aloni e garantiva buona presa ai suoi smalti sintetici fatti forse di vernice “Zapon” e aniline colorate molto tossiche. Mi ricordavo che maneggiava bottigline di “Nero d’Inferno”, un colorante nero per il cuoio, in uso ai calzolai. Ma come e quanto lo diluisse e con che diavolo di diluente, resta uno dei misteri che neppure mia mamma si ricorda. Io comunque non ho Nero d’Inferno, al massimo una bottiglia di Nero d’Avola. Devo comunque fare una prova su una lastra apposta con la soluzione che troverò
Alchimie
Faccio il “giovane alchimista” mettendo in un barattolino pieno d’alcool gli interni fluff di tre pennarelli neri Pentel quasi scarichi e stendo poi la soluzione alcoolica sul un piccolissimo sbalzo di prova. Lascio asciugare e poi passo uno scottex di carta cercando di rilucidare lo sbalzo. Il risultato non è come me lo ricordavo uscire dalle mani paterne e oltretutto temo che la soluzione sia ancora troppo grassa. Comunque, arrivato ad un livello accettabile e non troppo maculato decido che è venuta l’ora di dare gli smalti e così faccio (In questo caso, notate bene, uso solo gli smalti dei bottiglini piccoli Glas Marabu). Il risultato non mi sembra affatto male anche dopo la verniciatura protettiva a Macota.
Ora si fa sul serio
Poi allora passo allo sbalzo vero, quello della Madonna con Bambino: faccio lo stesso trattamento di patinatura col nero alcolico e poi smalto il fondo in colore 223 rosso cupo “Brombeere blackberry mure” e l’aureola in arancio (Ma qui uso l’arancio molto denso 422 Glas Art delle bottigline grandi Marabu: Grande errore! Ma me ne accorgerò più avanti). Ecco la Madonna con Bambino a smaltatura terminata, pronta per la verniciatura protettiva.
Protezione dalle intemperie
Fantastico, no? Ora, dovendo andare l’opera all’aria aperta, anche se al coperto delle gallerie laterali di Musocco, la protezione a Macota KZ100 è essenziale per la conservazione negli anni del bassorilievo, Ci dò dentro. Male, malissimo. L’aureola si gonfia e si mette a “busciare” sollevandosi e facendo reazione con la vernice protettiva: Disastro!!! E ora, che faccio?
Una soluzione già sperimentata aOpera nell’Ambone dell’Abbazia di Mirasole, consiste nel rimuovere lo smalto ammalorato con la lama di un cutter. Con precisione chirurgica e con molta calma. Così facendo si sfrisa il metallo sottostante. Se lo si sfrisa con una logica, ad esempio a raggiera, è possibile creare effetti interessanti e cangianti. Comunque non ho molta scelta. Lo faccio e rismalto tutto il fondo nella parte rovinata e tutta l’aureola con l’arancione Glas 013 affidabile. Perfetto. Poi passo la vernice protettiva e questa volta è tutto ok. Fiut! anche stavolta ce l’ho fatta!
Ora è pronta per andare dal marmista e vegliare sugli zii.
Sbalzo smaltato per Fabio G. (anzi, per sua figlia)
Questa è la volta di Santa Teresina del Bambin Gesù. Anche il mese di marzo 2021 non poteva infatti vedermi con le mani in mano, dal punto di vista delle Icone a sbalzo. Terminata l’epopea della “Pace del Buon Pastore”, terminata la sua copia n° 1 e portata a metà la copia n° 2, mi sono giunte, forse sull’onda lunga dell’entusiasmo per la Copertina di Evangeliario, una serie di commesse abbastanza particolari.
Ci sono delle novità
Per la prima volta mi devo cimentare con opere non derivate dall’archivio di bozzetti di mio papà, ma sviluppate con disegni e sbalzi del tutto originali e anche difficili da punto di vista tecnico realizzativo, Il mio carissimo Fabio chiede ben tre opere: la prima, da regalare a sua figlia, ha come soggetto santa Teresina del Bambin Gesù. Santa che, essendo abbastanza moderna, può vantare diversi ritratti fotografici. Se non ricordo male una consorella carmelitana era appassionata di fotografia e l’ha raffigurata in diversi momenti della loro vita di monastero. Le altre opere da fare saranno una Crocifissione e una Resurrezione, (che eseguirò invece a partire dall’archivio paterno) e di cui vi darò conto al loro momento, cioè presto, spero.
Apro una parentesi
Le altre opere su disegni originali richieste da altri amici sono un Cristo degli abissi di san Fruttuoso, richiestomi da Daniela L., una mia cara amica ex compagna di liceo, dopo aver visto il mio evangeliario. e un ritratto di genitori, richiestomi da un altro amico, che ho messo in coda alle richieste.
La mia Santa Teresina del Bambin Gesù
Veniamo alla santa Teresina: dopo una ricerca di immagini in internet, decido di riprodurre la famosa foto in cui la santa posa col suo abito carmelitano, con un giglio fra le mani, vicino ad una grande croce, sullo sfondo di un muro con rampicante e altre piante. Mi sembra, tra tutte, l’immagine che più si presta alla realizzazione dello sbalzo.
La bozza per l’approvazione
Stabilite le misure con Fabio, faccio il disegno e gli mando la bozza per approvazione. La scelta tra tre tipi di inquadrature cade su questa che vi mostro. Il problema della realizzazione della bozza è creare una sintesi che con un semplice tratto renda l’idea della figura così com’è, con la sua tridimensionalità. Il viso di Teresina presenta un certo prognatismo della mandibola che influisce sulla posizione delle labbra, che andrà reso, senza farne però un mostro.
E’ l’ora dello sbalzo su alluminio
Si parte allora con la fase di sbalzo. Il viso è ovviamente la parte più difficile: basta un nonnulla per rovinare tutto e togliere somiglianza del volto. Sulla lastra non esiste il ctrl Z. Ahimé. Alla fine mi sembra che il risultato sia abbastanza somigliante. Il fondo lo astrattizzo, lascio la croce e aggiungo la cornicetta e l’aureola.
Prima il montaggio sul supporto, poi vai di smalti!
Eccoci allora alla fase di ripiegatura per preparare lo sbalzo alla fase di smaltatura. Questa volta, per la tipologia di opera dovrò smaltare la figura, invece del fondo, come sempre ho fatto (ad eccezione della Pseudo-icona della Natività, che però aveva le figurette scontornate) fino ad ora: la cosa mi mette un po’ di apprensione. Tra l’altro i colori della foto sono visibilmente artefatti colorizzando con qualche software una foto dell’800 in bianco e nero. Qui vi mostro lo sbalzo ripiegato e fissato al supporto, pronto per la smaltatura:
Un disastro che rischia di mandare tutto a rotoli
Parto con la smaltatura. Come prevedevo è la fase più a rischio errori. Stendo subito la vernice di sottofondo trasparente, (cosa che non avevo mai fatto in precedenza), pensando che sia una buona soluzione proprio per dare più trasparenza ai colori, ma questo mi causa subito enormi grattacapi. Mi propongo di limitare al minimo la stesura dei colori. Alla seconda campitura, tracK!: una goccia maledetta macchia l’aureola e devo rilavare col diluente tutto, aureola e vernice di sottofondo di tutta l’opera, che si è irrimediabilmente rovinata. Uffa! Fortunatamente il lavaggio totale riesce. Ma che sudata!
L’icona terminata
Tra “morti e feriti” porto a casa comunque il risultato; davvero uno dei più “sudati” da quando ho iniziato questa avventura delle icone a sbalzo. Sullo smalto applico poi la vernice Macota protettiva. Eccola finita:
Me la canto e me la suono
Sono abbastanza soddisfatto: nel complesso mi sembra un’opera ben riuscita, la resa dei panneggi mi esalta e l’icona col fondo argentato è molto luminosa. Il viso, alla fine, coi colori, mi sembra che abbia perso un filo di somiglianza rispetto allo sbalzo nudo e soprattutto rispetto alla bozza al tratto. Ma siccome sono sì ipercritico, ma anche molto misericordioso con me stesso :-), mi perdono per questo peccato veniale: penso sia comunque il massimo che potevo raggiungere, anche per le dimensioni ridottissime del viso.
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