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DiGiancarlo Paganini

Referendum: un altro grande passo in avanti…

…verso il baratro. Sì! Verso l’assenza di democrazia. Sì! Verso una oligarchia incontrollata e incontrollabile (altro che democrazia diretta!). Sì! Verso l’irrilevanza totale della rappresentanza politica e democratica, popolare. Sì! Verso lo squilibrio dei poteri, col Governo pigliatutto e il Parlamento a far da spettatore inutile e inutilizzato. Sì! Al risparmio di una tazzina annua a testa e alla creazione di innumerevoli commissioni di esperti cooptati da chissàdove (e di cui nessuno rende conto quanto a risultati e costi).

Il tutto, (questo il vero capolavoro!!!), ottenuto (70% vs 30% circa) attraverso uno strumento democratico come il referendum. Magnifico risultato, bravi!. Però questo resta un cattivo referendum, anzi, un referendum cattivo. Non so se si era capito dalle battute precedenti, ma ero per il NO. Ma non per nostalgia o perché non ci sia nulla da cambiare in Italia, anzi! (Ma quelli per il NO sono tacciati di essere dei “Benaltristi”e quindi squalificati al dibattito. Lo rivendico: ci sarebbe voluto ben altro).

Non mi sono forse mai occupato direttamente di politica in questi post pseudo umoristici della categoria vignette di attualità. Era una falla da tappare, per cui eccovi accontentati con una modesta analisi politica e un po’ di considerazioni varie ed eventuali. Non me ne abbia chi la pensa diversamente.

Molti partiti di destra e di sinistra (quelli grossi, ovviamente, che devono far fuori quelli piccoli) erano illogicamente e incongruamente per un sì davvero incomprensibile. Primo tra tutti il PD di Zingaretti che ha svenduto i suoi numerosi precedenti NO ai tagli inconsulti dei parlamentari, NO per la tutela della Costituzione, in cambio di un sì a un po’ di poltroncine di governo, (che ora c’è e domani, chissà… ma speriamo di no). Poi gli altri miopi di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia: assurdi e autolesionisti. Forse per tatticismi oscuri speravano di guadagnare anche loro qualche votarello futuro seguendo la scia del “politicamente corretto” del momento? Si chiama conformismo. E porta inevitabilmente alla inincidenza politica. Prospettive? Niente.

Comunque, il primo che mi parla ancora della “Costituzione più bella del mondo”, lo mando a… quel tal paese. Adesso, coi tagli alla rappresentanza popolare (è un referendum cattivo), abbiamo delle belle frattaglie da cercar di rimettere insieme pena il totale malfunzionamento o il blocco delle istituzioni. C’era un equilibrio che i padri costituenti hanno ricercato e cercato pazientemente di immettere negli ordinamenti, col bilancino, memori delle sopraffazioni fasciste, per difendere proprio la rappresentanza politica del popolo.

Popolo che ha i suoi demeriti ovviamente: disimpegnandosi, arrendendosi, schifato dai cattivi esempi e impaurito a morte dall’impegno nella pericolosissima politica attiva ha lasciato la cosa in mano ad altri, delegando alla grande. (Come diceva Czeslaw Milosz: «…Pensi a bere il caffè e a dare la caccia alle farfalle. Chi ama la res publica avrà la mano mozzata»).

Popolo = gente comune, professionisti, lavoratori, operai, tecnici, volontari, ricercatori, pensionati, studenti, artigiani, casalinghe… ma chi ha più il tempo e la voglia di mettersi insieme e giocarsi in queste cose? Oggi siamo tutti più “da soli”, sospettosi e quindi indifesi e deboli di fronte ad un potere sempre più invadente.

Manipulite è stata un primo bel passo in avanti, nel senso che dicevo all’inizio. Era doveroso dare una ripulita alla prassi politica degenerata in affarismo, ma le rivoluzioni giacobine hanno sempre avuto il difetto che poi bisognava ripulire anche dal sangue.

Ci voleva, ci sarebbe voluta invece, una educazione lunga e paziente del popolo all’agire politico, (al dialogo, alla trattativa, al compromesso e alla decisione, alla progettualità concreta e a come ottenerne il consenso più largo); con tanti bei corpi intermedi da “allevare” e una bella gavetta nelle amministrazioni locali per maturare i candidati e selezionare i migliori. Qualcuno l’ha vista? Qualcuno si è preoccupato di educare le nuove generazioni a questo impegno in questi anni? No, roba troppo a lunga scadenza. Non ne vedremo mai i frutti. Poi si lamentano. Mandano Tweet. Comunicati spray recitati a memoria. Insopportabili. E intanto tagliano il ramo su cui sono seduti. Miopi e stolti.

Il vero tema è che la politica non è (innanzitutto) roba di partiti. I partiti sono solo uno strumento (effimero) di presenza organizzata, non sono mafie, enti personalistici o monarchie (per i capi o i segretari ci vorrebbero mandati a scadenza breve obbligatoria, non a vita e/o ereditari – dài il tuo apporto poi torni a lavorare), ma devono essere espressione di una società attiva e vivace, espressione di interessi chiari e trasparenti. Ecco, una riforma dei partiti ci vorrebbe! Ma chi la farebbe? I partiti? Ma mi faccia il piacere!…

I Partitoni autoreferenziali invece (sempre più unanimemente statalisti e accentratori) han fatto di tutto in questi decenni per incentivare questa assenza di partecipazione, (tanto comanda il Capo!) arrogandosi il diritto e il potere di imporre unilateralmente loro i candidati, sempre più asserviti alle segreterie, con vari metodi (Collegi, riforme elettorali porcine, spinta al maggioritario e abolizione delle preferenze, ecc).

Venuti meno i legami chiari e assidui con la società e i corpi intermedi di riferimento (in estinzione?), venuto meno persino il forte legante dell’ideologia di parte o della divisione del mondo in Blocchi, cosa li tiene insieme questi partiti? Quel poco (o tanto) di poteruccio che viene lasciato loro (vassalli, valvassori, valvassini e servi della gleba) dal Potere finanziario mondiale. Basta non rompere troppo, beninteso. Miopi e stolti.

Ma date alla gente la possibilità di scegliere un candidato e promuoverlo o bocciarlo, come si è notato in queste Elezioni Regionali, in entrambi gli schieramenti, con Zaia e Toti o con De Luca e Emiliano e vedete il risultato: alla faccia delle liste di sostegno, la gente vota la persona. Di uno ti fidi, per svariati motivi, di un altro, no. Come accade nella vita reale.
(Ma anche le Regioni hanno subito attentati e tentativi di riforme che le avrebbero svuotate).

Intanto, recitiamo una prece per la signora Costituzione. Sfigurata, azzoppata, sottoposta a parlamentarectomia preventiva e ferita a morte con arma da taglio;… speriamo in un buon RI-Costituente. Prima o poi.

DiGiancarlo Paganini

TROPPA GRAZIA, SANT’ANTONIO

STUPEFACENTI

L’Italia passa da zero governi a due governi possibili nel giro di poche ore. Stupefacenti. Forse anche nel senso delle droghe che si assumono per arrivare a questi exploit, a queste performances strabilianti. L’Europa adesso non può che invidiarci, altro che rampogne all’Italia! Voglio vedere adesso lo Spread dove precipita!

Prima che sia troppo tardi, propongo che si facciano tutti e due: Uno si dovrà occupare solo di fare una legge elettorale nuova, l’altro di backup per le piccole incombenze da ministero delle finanze. Decidano loro chi e cosa col lancio della monetina. Se ne potrebbe affidare anche un’altro a qualche esponente dell’opposizione per occuparsi di immigrazione e agricoltura, e, se non si esagera, farne anche un quarto, ombra, per controbilanciare i poteri degli esecutivi, così alla fine tutti sono contenti. Io però, a quel punto, emigro all’estero.

PROPOSTE PER IL BENE COMUNE

Oggi come oggi un incarico esplorativo non si nega a nessuno (tranne che al centrodestra unito e in subordine al M5S*), quindi chi degli altri ha almeno uno zainetto da mettere sulle spalle, un abbonamento ai taxi di Roma o una bicicletta, è perfettamente in grado, se supera tutte le buche disseminate sul tragitto, di arrivare sul Colle e di proporsi come Premier presso Mattarella.

Non è richiesta grande esperienza di governo, anzi, ci mancherebbe… Meglio se nel curriculum viene evidenziata una carriera di politico da sempre, almeno uno stage all’FMI o presso la BCE e/o istituzione equipollente, una inimicizia da sempre con Savona, e paradossalmente, non essere mai stato votato in nessuna tornata elettorale. La padronanza delle lingue non è mai stata considerata un plus. Invece avere contemporaneamente il piede in più scarpe e una scialuppa di salvataggio sempre pronta è indice di intraprendenza, di ottime capacità relazionali e comunicative, di attitudine al teamwork e al personal private problem solving.

(*NB. comunque, …non è che mi piacciano particolarmente né Lega, né M5S)

UN METODO SEMPLICE MA EFFICACE

Come funziona: Mattarella gli/le affida un incarico esplorativo e lui/lei si mette al lavoro per creare la sua squadra di governo e il suo programma. Quando è pronto avvisa il Quirinale e si mette in fila. Strappa il numerello dalla chiocciola, fatto.

In questo modo viene superata di slancio italico ogni imbarazzante situazione di stallo: se un governo non ce la dovesse fare, non avesse più la fiducia né del Parlamento, né del Presidente della Repubblica, né del Presidente incaricato (sé stesso), né degli usceri della Camera, né di Trump, né della Merkel, né di Macron, né di un commissario europeo qualsiasi, né di Moody’s, sarà sempre pronto in stand-by un governo supplente in grado di subentrare al precedente senza strappi istituzionali e inutili perdite di tempo elettoralistiche. Si risparmia e non serve neanche più la Spending Review. E chissenefrega della Costituzione se qualcosa non è proprio proprio in linea o non era previsto; Sarebbe solo un’aiutino collaterale alla Costituzione, mica siamo pazzi da cercare di cambiarla. E d’altra parte non sarebbe la prima volta e neanche l’ultima che si ricorre a qualche aiutino sul filo della costituzionalità.

UNA SPERANZA

Spero con questo nuovo articolo altamente umoristico di aver dato un contributo positivo e decisivo al futuro dell’Italia e di aver cancellato definitivamente la brutta impressione di cinismo pessimista contenuta nel precedente articolo sui governi golpiti da aborto prematuro di Stato.

W l’Italia! Siempre!

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PS. A questo proposito (del Bene Supremo dell’Italia), stavolta seriamente, faccio mie le preoccupazioni e i desideri espressi dal card. Bassetti nel suo recente messaggio.

 

DiGiancarlo Paganini

MATTARELLA GOLPISCE IL NASCENTE GOVERNO LEGA-5 STELLE

UNA DEMOCRAZIA TIRANNICA? UNA TIRANNIA DEMOCRATICA? OSSIMORI A GOGO’

Comunque la si giri “a ghè un quaicos che ‘l va no”. (C’è qualcosa che non va o non convince appieno).

(NB: questo è un articolo che vorrebbe risultare “umoristico”, non cinico o cosmicamente pessimista come dice mia figlia). Ah, ah. Ridete o almeno sorridete! Se riuscite.

TANTE LE DOMANDE CHE NON CI FANNO DORMIRE…

A proposito di democrazia, Mattarella poteva impedire, come ha fatto, il nuovo governo già pronto bell’e servito in tavola o avrebbe solo dovuto opporsi con un parere “forte” al cosiddetto sedicente “Governo del cambiamento” gialloverde restando nelle prerogative che gli competono da Presidente della Repubblica Italiana? Si è sentito un po’ francese? C’è chi dice che invece era doveroso, prudente far così e ha fatto bene a stoppare i populisti e chi invece urla già al golpe e organizza un corteo su Roma.

Populista comunque è il peggior insulto che si può dare oggi ad un italiano. Fascista dimmerda è quasi un complimento tra educande.

Ma, il Parlamento serve ancora a qualcosa? Se sì, perché non è stato nemmeno interpellato? Perché il Presidente non ha dato anche un mandato esplorativo ad un esponente del centrodestra o dei Grillini per vedere se trovavano lì i numeri? O forse, essendo ancora una delle poche istituzioni votate non conta più nulla, tanto vale non interpellarlo? (poi lì sono inaffidabili, corrotti e mercanteggiano persino i voti!)

Per difendere la democrazia si possono usare metodi antidemocratici o poco democratici? E i metodi anticoncezionali? (No, perché vanno contro il Pene comune?)

Hitler era meglio segarlo da piccolo o permettergli di vincere le elezioni? E Stalin che non ha mai fatto elezioni?

Fottersene del responso delle urne del marzo scorso e affidare il mandato esplorativo per formare un aborto di esecutivo con scadenza estiva ad un alto esponente del FMI, (quindi non votato da nessuno – ancora! ), è neutrale o schierato, di destra o di sinistra, democratico o antidemocratico, fascista o antifascista?

E, già che ci siamo, la Spending Review che fine ha fatto? Quanto abbiamo risparmiato da quando c’è un commissario tecnico apposta? Abbiamo risparmiato il corrispettivo del suo emolumento?

…E ALTRE CHE NON CI FANNO SVEGLIARE

Conte non era un politico (solo alcuni fortunati infatti nascono col vitalizio del politico già nella culla). E invece Cottarelli fa finta di esserlo o di non esserlo a seconda delle opportunità?

I risparmi degli italiani si difendono solo affidandoli ai soliti noti amici degli amici dei nostri nemici? Qualche italiano normale riesce ancora a risparmiare qualche cosa?

Come mai l’Inghilterra non è mai entrata nell’Euro? E come mai appena ha potuto è uscita anche dall’Unione Europea? Risulta che la loro economia stia affondando oltremanica? Ah, ma è presto per dirlo e l’America è dalla loro parte.

Chi vincerà i Mondiali russi? Ancora Putin col 90% dei voti?

Maduro cosa pensa di noi? Lui ha una legge elettorale che funziona all’unanimità: le schede sono già prestampate col nome del vincitore e valgono come buono per il pacco alimentare. Impariamo.

E De Mita come ha fatto (ha 90 anni!) a farsi eleggere ancora sindaco di Nusco il 26 maggio 2014? E’ perché gli italiani desiderano il cambiamento? Ma Nusco è Italia o una enclave della Magna, magna Grecia?

Lo Spread da che parte sta? C’è chi dice che sia un signore francese di sinistra e chi dice che è un banchiere tedesco vicino alla Merkel, confondendolo con alcuni commissari europei dal tweet facile.

L’Europa che c… vuole da noi?

Savona a chi ha pestato i piedi dopo aver pestato una merda? (Era anche lui del giro, in fondo…)

Ma la guerra civile non era finita nel ’45? Qualcuno la rivorrebbe in auge?

Italia ai ferri: dalla padella alla brace democrazia

Italia ai ferri: dalla padella alla brace

POCHE CERTEZZE… E FORSE QUELLE POCHE SAREBBE MEGLIO NON AVERLE

Sulle urne è piombata una pietra tombale. Di certo c’è che la Repubblica Italiana non ha più nulla a che spartire col voto. Roba superata dalla storia: costa troppo e le risposte non sono mai molto chiare, si perde solo del tempo. L’espressione della volontà popolare, democrazia, in fondo è tendenzialmente populista, cioè brutta, rozza, ignorante e cattiva. Non sanno quello che fanno. Ci vorrebbe qualcuno (un profilo alto, però) così illuminato e decisionista che ci liberi dalla libertà di dover decidere. (L’ho già sentita…). Il problema degli illuminati è chi paga alla fine la loro bolletta.

Può essere comunque una soluzione. Sicura, già sperimentata. Tanti i Paesi da cui imparare, anche se noi ci siamo “fatti da sé”, autarchicamente anni fa, e non prendiamo lezioni da nessuno.

UN LIETO EVENTO?

Finalmente è appena stato concepito in provetta il Governo dei Mercati (o, in seconda battuta, di chi li governa), come ha ammesso papale papale il Presidente nella sua dichiarazione piccatissima dopo la bocciatura di Conte&Savona. Nascerà?
Calma, è in gestazione in questi giorni, ci vuole un po’ di fiducia, ma, Se nato, nascerà morto nella Camera ardente. Capita alle inseminazioni artificiali eterologhe. Per questo ci chiameranno alle esequie a fine Luglio. A governo vacante risponderà il popolo in vacanza. Dopo la campagna potremo scegliere tra mari e Monti. Così forse quel poco di voto pneumatico che verrà espresso rappresenterà una percentuale minima della popolazione.

Il vero funerale è quello alle ceneri della volontà popolare, requiem aeternam, amen. Puzzava di già. Ininfluente ancora una volta, anche a causa della stessa legge elettorale demenziale che ci ha portati fin qui.

Insomma, la querelle è innescata e chissà se quei campanilisti di Italiani si riappacificheranno prima o poi o se questa vicenda politica è tutta benzina sul fuoco dello scontro continuo. Che una volta era tra Greci e Troiani, tra Romani e Resto del mondo, tra Guelfi e Ghibellini, tra bianchi e negri, tra milanisti e interisti, tra scapoli e ammogliati, vegani e onnivori, tra fautori del Bene comune e del Mal comune mezzogaudio, tra democristiani e comunisti, tra Destra e Sinistra, e oggi si è aggiornata tra Globalisti e Sovranisti  (o Localisti che dir si voglia).

Lo scazzo cambia pelle.

Un cambiamento d’epoca epocale.

DiGiancarlo Paganini

ULTIMO TANGO A ROMA

A passi di danza sul Titanic

Un passo di lato per Salvini, un altro simmetrico per Di Maio; dopo il passo indietro del grande Berlusconi ne “La morte del cigno” è tutto un pasodoble a ritmo così serrato che si rischia una contrattura, per il governo.Se la cantano e se la suonano oltre a ballarsela. Dopo due mesi di prove inutili il corpo di balle dei parlamentari finalmente sta dando uno spettacolo a pagamento senza pari (…qualcuno dovrà pur vincere, se no: rigore o monetina) ma molto noioso: due Meloni così..

Chi spera in un flop, chi in un grande successo, chi che finisca comunque presto. E devono per forza far presto, se no il Presidente li Mattarella e, altro che bozze, si finisce nelle urne.

Gli étoile più in vista della compagnia verdeoro si muovono sul palcoscenico in un turbinio di mosse audaci e contorsionismi studiati da coreografi di grido: si avvicinano, si allontanano, si mollano, si riprendono, entrano ed escono dall’euro come tarme in un vecchio cappotto in una fantasmagoria di passi e pirolette che non fanno rimpiangere le ballerine dei sambodromi brasiliani. Don Lurio al confronto è una mattonella.

Una festa per gli occhi! Chiappe tremule (a sinistra il post elezioni ha lasciato strascichi dolorosi) e scollature profonde (nel centrodestra soprattutto). Dovunque c’è ritmo, c’è movimento: cinque stelle ondeggiano leggiadre sui capezzoli dei grillini.

Intanto a sinistra i tristi, che forse stavolta non riescono a fare nemmeno un passo avanti per il bene del Paese (e hanno perciò bisogno di un reggente), rosicano, …cosa vuoi? Mica tutti hanno questa gaia leggerezza!

 

 


X DOCUMENTAZIONE VEDI:

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Governo-Di-Maio-se-serve-per-farlo-partire-io-e-Salvini-fuori-dalla-squadra-75570611-ab8c-46a5-9516-762295298a2f.html

DiGiancarlo Paganini

MIGRANTI, L’ITALIA NON RESTERÀ DA SOLA

Migrazioni

(ANSA) – PADOVA, 8 LUG – “Voglio assicurarvi che l’Europa non lascerà l’Italia da sola nell’emergenza dei migranti. Non lasceremo che vi accolliate la pressione migratoria da soli. Non è giusto”. Così Christos Stylianides, commissario europeo alla Protezione civile, a margine del convegno in corso a Padova “Protezione civile in Italia e in Europa. Dalla Prevenzione alla Ricostruzione”. “La solidarietà europea e la sua responsabilità morale saranno giudicati in Italia sulla base della capacità di dimostrare solidarietà in modo concreto.
A Strasburgo la scorsa settimana si è tenuta una riunione su questo tema. Abbiamo promesso come commissari una cosa: siamo a fianco dei cittadini e delle autorità italiane nell’affrontare una situazione senza precedenti”. ( http://bit.ly/2tO1din )

Vignetta migrazioni

Vignetta migrazioni

 

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