Archivio mensile Febbraio 2020

DiGiancarlo Paganini

ESPLODE LA BOMBA CORONAVIRUS

Bomba Coronavirus anche da noi! Il Lodigiano è peggio di Wuhan. Da Codogno a Vò, da Crema e Cremona a Bergamo e valli vicine la BOMBA COVID-19 è esplosa anche in Italia.

La Cina evidentemente è molto, troppo vicina. Non si sa ancora chi è lo Zero, ma per ora si viaggia intorno ai 200 pazienti contagiati nel Norditalia. E, per ora, 6 vittime. Mai uno Zero ha contato tanto.

I paradossi non si contano: Mai come quest’anno il carnevale ha preso piede: in giro è pieno di mascherine! Però senza sorrisi sotto.

Il mondo alla rovescia: Lombardoveneti bloccati, respinti alla frontiera e quarantenati perfino in Puglia, Basilicata e Campania. I supermercati sono presi d’assalto e svaligiati come fossimo in guerra. Accaparrarsi la carta igienica però è troppo: andrebbe sanzionato!

Non ci si trova più nemmeno tra amici. C’è sospetto, si sa mai… Coprifuoco totale su tutte le manifestazioni pubbliche di ogni ordine e grado. Negli ospedali ti puoi far ricoverare solo se hai il coronavirus o stai già morendo di tuo.

Chiuse le scuole, saltano le Messe, (la comunione in mano era solo un palliativo) le visite ai musei, le conferenze e ogni altra riunione politica, ludica, sportiva o confessionale. Forse per non diffondere il virus l’estrema unzione si potrà dare solo a chi è negativo al test? Non sarebbe meglio il contrario? Certamente si sconsiglia la confessione perché manca la distanza di sicurezza.

Speriamo sia cosa breve. A starsene chiusa in casa da sola la gente si annoierà a morte. Niente partita, niente museo, niente gita, niente teatro o cinema, niente palestra. Va a finire che ci sarà qualche scemo criminale che per vincere la noia darà fuoco a qualche barbone, lancerà sassi dal cavalcavia o si metterà a fare l’untore.

Comunque non è chiaro quando si fa assembramento… qual è il numero minimo e/o massimo? 5 va bene? 10? boh. Ristorante sì, locale notturno, no. Mezzi pubblici sì (lì il virus non entra? Evidentemente passa i confini, ma si ferma ai tornelli), però si disincentiva l’uso del mezzo privato… (Non sarebbe più sicuro?)

Ma ci sono anche i lati positivi. La Bomba Coronavirus ucuisce ogni nostra risorsa mentale. La fantasia, per esempio, in questi casi emerge prepotente. Il bisogno aguzza l’ingegno e l’occasione fa l’uomo ladro si dice. Infatti c’è perfino chi, spacciandosi per operatore sanitario, truffa la vecchietta entrando in casa sua a rubare con la scusa di dover fare dei tamponi obbligatori. (Uno così non andrebbe contagiato per legge e messo in isolamento in Siberia?).

Ma il messaggio è chiaro: occorre solo seguire le direttive delle autorità preposte: è dura per gli italiani…
Credere ai messaggi del Ministero, Obbedire alle direttive, Combattere il contagio”. Al governo però agiscono con sicurezza rassicurante nel futuro: “C’è ancora Speranza”.

Inutile dire che se starnutisci nell’incavo del gomito e poi fai il gesto dell’ombrello rischi di diffondere il contagio. Per questo ci si deve comunque sempre affidare al buonsenso, che mai come oggi è merce rara, come la pasta all’Esselunga. In ogni caso, lavarsene la mani accuratamente basterà?

DiGiancarlo Paganini

UNA ICONA DI PROVA. SAN GIUSEPPE NEL PRESEPE

Un San Giuseppe dubbioso, alla maniera del “presepio” ortodosso nelle icone sacre orientali della Natività.

Prologo

Qualche tempo fa, appena dopo Natale, il mio parroco mi preannuncia la sua volontà di farmi realizzare la scena centrale del presepio del Natale 2020 in chiesa. In una cassetta di 41,5×26,2×27 cm dovrò creare la scena della natività. Tutt’intorno don Luigi ha pensato di far realizzare dai bambini del catechismo le molte altre cassettine con le seguenti scene – dal basso verso l’alto:
1) Annunciazione, 2) Il sogno di san Giuseppe, 3) Verso Betlemme; poi sopra a quella centrale: 4) I Magi, 5) Gesù tra i dottori del tempio, 6) Gli Apostoli.

In tutto il presepio misurerà circa 3 metri di lunghezza e 2 mt di altezza.

Lo schemino del presepio pensato da don Luigi

Una chiamata, una richiesta

Uno schema molto complesso e teologicamente affascinante. Una nuova sfida al pari di quella realizzata per Mirasole. Con la differenza che qui l’invito alla realizzazione non è partito dalla mia immaginazione o ispirazione, ma dalla chiamata diretta del Parroco a immaginare e mettere in opera il presepio.

L’ispirazione

Non so perché, ma sento ora il bisogno di cimentarmi con qualcosa di nuovo rispetto a quanto fatto per l’Abbazia alle porte di Opera, sia come stile di disegno che come tecnica. Cercando ispirazione – (sono cose lente che devono chiarirsi e approfondirsi col tempo) – mi sono rivolto alla tradizione iconografica orientale delle icone ortodosse che mi affascinano molto per il senso del sacro che emanano. In esse, ogni elemento delle sacra rappresentazione deve rispondere a canoni ben precisi. Tipologie o proto-tipi definiti da secoli. Sia le composizioni che i personaggi, le pose e i colori non sono lasciati al caso ma esprimono ognuno significati molto precisi e codificati.

Il pericolo è il mio mestiere…

Il pericolo di fare una cosa “poco ortodossa” volendo, al contrario, riprodurre una cosa Ortodossa, è davvero grande, soprattutto se non si appartiene e non si è fatta propria la tradizione di riferimento. La nostra tradizione “romana apostolica” del presepe è stata recentemente rispiegata da una lettera apostolica di Papa Francesco: la “Admirabile signum”. Anche questa andrà approfondita.

Libertà di espressione o rigidi canoni?

Vedo già nelle mie prime ricerche che la libertà espressiva degli scrittori di icone orientali è molto confinata nei canoni maturati in secoli di tradizione, anche se non mancano autori moderni che osano qualcosa in più o di difforme, a costo di essere tacciati dai puristi rigorosi di fare gli “illustratori di fiabe”. (Vedi nel web le critiche velenosissime -ho trovato post terribili- fatte alla grandissima artista Lyuba Yatskiv di Leopoli – https://www.iconecristiane.it/2017/12/10/lyuba-yatskiv/ )

Mi scuso già da ora se dovrò uscire giocoforza, in diversi punti della realizzazione come la sto immaginando, dai binari della tradizione bizantina, ortodossa rigorosa. L’idea, peraltro, di fare una sorta di “sincretismo” delle tradizioni orientale e occidentale, mi sollecita. Mi interessa far intravvedere anche ai miei concittadini gli aspetti per noi sconosciuti della visione teologica dell’“altro polmone” con cui respira la Chiesa universale (come si esprimeva san Giovanni Paolo II). Spero però di non combinare guai troppo grossi. Sono cosciente di essere un principiante e uno sperimentatore maldestro.

I buoni propositi

Per cercare di ovviare alle mie mancanze visionerò alcuni siti come quello di Russia Cristiana e della scuola di Seriate -BG ( http://scuolaseriate.eu/ ). So altresì che dovrò studiare il più possibile qualche trattato sull’argomento, per esempio questo, molto bello: “Il mistero e l’immagine” edito da La casa di Matriona.

Il libro che mi studierò. Ovvio che ogni possibile cavolata mi dovesse capitare di fare non sarà addebitabile all’autore del volume.

Difficoltà all’orizzonte

In buona sostanza, ho l’esigenza di usare comunque le tecniche sperimentate per Mirasole, ma avendo come modello iconografico le icone russe o bizantine.
Questo pone già sulla mia strada diverse difficoltà:

1) devo per forza fare una scena tridimensionale, avendo come base una cassetta che dispone di una profondità di 27 cm e quindi dovrò realizzare le figure scontornate dei personaggi, disposti su più piani. Nelle vere icone orientali non esiste prospettiva vera, come elaborata nei secoli dall’arte occidentale, ma le figure entrano nello spazio della composizione con proporzioni legate alla centralità e all’importanza dei personaggi e non alla distanza dai punti focali sull’orizzonte.
2) L’icona non sarà dipinta in 2D in piatto su tavola di legno con tempere o acrilici, ma sbalzata su metallo e smaltata coi miei colori per vetro. Il chiaroscuro sarà dato dai rilievi dello sbalzo. Non potrò aggiungere colpi di luce (o Assist dorati) come nella pittura/scrittura delle icone classiche. Le figure quindi dovranno essere ritagliate e posizionate in 3D nello spazio a disposizione.
3) Dovrò anche pensare ad una illuminazione con micro led, per accentuare il modellato.
4) La gamma di colori per vetro è molto limitata (cercherò altre tinte della serie) e le miscele che ho tentato di sperimentare spesso impazziscono e si raggrumano in modo strano. Adeguarsi alle tonalità proprie dell’iconografia ortodossa sarà pertanto durissima, potendomi avvalere di pochi colori base e dovendo privilegiare le velature sovrapposte (anch’esse rischiose), rispetto alle miscele.

La prima prova

Avevo già schizzato delle figure (Madonna – Theotókos (Θεοτόκος) – e san Giuseppe) e qualche giorno fa per soddisfare le domande di un amico che voleva sapere come lavoro, avevo iniziato davanti a lui una prova di sbalzo a partire dalla figura del san Giuseppe dubbioso. Piccola lastra di metallo, era solo una prova e pochi tratti del volto solo per spiegargli la tecnica. Poi però sono andato avanti e questo è il risultato.

Mi piace il risultato sulla parte di veste grigio scuro, il modellato mi sembra efficace. Devo decidere se lasciare metallico l’incarnato, visto che non trovo per ora un colore tenue trasparente. So benissimo che la stella cometa fatta così non c’entra nulla con le icone orientali, ma era solo per provare.

Gli sviluppi, se ci saranno

Mi concentrerò ora sulla proposta di composizione da proporre al parroco. Se avrò l’ok, farò una prova con una figura finita e ritagliata assieme al supporto ligneo, per scoprire i problemi e le difficoltà di questo assemblaggio. Se troverò le soluzioni, parto per la realizzazione definitiva.

Vi aggiornerò a dovere.

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