Rispetto

DiGiancarlo Paganini

Rispetto

Rispettare le regole, rispettare le leggi, rispettare la natura, rispettare le distanze, rispettare le feste, rispettare gli animali, rispettare le autorità e chi ci governa, rispettare i diritti, rispettare la segnaletica e i semafori … Uh, quante cose dobbiamo rispettare! Ah, …e soprattutto rispettare le persone. Rispettare la donna, i bambini, i giovani, rispettare i lavoratori, rispettare gli anziani, rispettare chi soffre. Tutte le persone. Ognuno.
Anche quelle che non la pensano come te? Sì.
Anche quelle che sono diverse da te? Sì.

Anche chi ti è nemico? Secondo il Vangelo questi è colui a cui volere di più il Bene. Va addirittura amato. (Se lui si perde tu non ci guadagni, non sei Beato). Ma cosa è il rispetto allora? Perché è dovuto a tutti, anche se a volte è una cosa così difficile da mettere in pratica? Bella domanda. Ma vuol dire che non fa niente se sei in disaccordo con l’altro o ti dà del fastidio? Vuol dire indifferenza?

No, vuol dire che l’altro non è “disponibile”, non ne puoi fare ciò che vuoi, non lo puoi manipolare a piacimento. Vuol dire che è un mistero assoluto, che tra te e l’altro c’è un Altro, RISPETTO al quale tu lo guardi. Guardi il tuo prossimo con un Altro nella coda dell’occhio. Ha un Destino personale verso cui cammina e di cui è responsabile, una vita nella quale puoi entrare, se ne hai il permesso, in punta di piedi, solo per amare e sacrificarti, con rispetto, appunto. (Consiglio la lettura di un libro “amico” che ho appena terminato: “Van Thuan. Libero tra le sbarre” – di Teresa Gutiérrez de Cabiedes, per capire questo genere di rispetto).

Quindi, non: “Almeno un po’ di rispetto!” Non è il minimo, è l’indispensabile, cioè è il massimo!

Veniamo dunque all’attualità

E qui, vista la complessità e la delicatezza dell’argomento spero di non far danni con queste considerazioni. La liberazione di Silvia Romano. Regola numero 1: rispettare le vittime di violenza (perché un rapimento, se è tale, è una violenza e la vittima è chi la subisce, la parte debole). Premetto che non sappiamo ancora troppe cose e comunque non sta a noi il giudizio finale. Gli inquirenti hanno aperto un’inchiesta, vedremo, spero senza veli… (islamici o nostrani che dir si voglia).

Da semplice cittadino milanese avrei poche cose da dirle con affetto:
Cara Silvia,
1)-Bentornata! Ciao! Sii grata di quanto è stato fatto per te.
2)-Goditi il ritorno a casa, riposati e prenditi del tempo per ripensare a tutta la tua vicenda.
3)-Non dar corda alle cattiverie e alle idiozie. Sii onesta e leale con la tua esperienza. Stai molto attenta a giornalisti e politici. Fidati solo dei tuoi familiari e degli amici provati. (E, anche loro, meno fanno dichiarazioni e meglio è. Son già partiti maluccio…). Sii riservata e accorta.
4)-Cerca di comprendere lo sconcerto che la tua decisione di aderire ad una religione, –appresa forse in una versione bastarda e politica insegnata dai tuoi sequestratori terroristi (quindi probabilmente poco misericordiosa e tantomeno incline al dialogo e alla pace), “estranea” (cioè non radicata nella nostra tradizione e neppure in quella della maggioranza dei fratelli credenti nell’Islam con i quali c’è già una lunga storia di dialogo e buona volontà tra credenti, da proseguire), che presenta perciò aspetti culturali e civici problematici o inaccettabili e condannabili, – ha potuto provocare in molti, perché il rispetto sia reciproco. Quindi, riservatezza e non ostentazione forzata.

Come metodo, non concordo con le domande brutalmente dirette alla ragazza, per estorcerle tutto e subito, per svelare finalmente cosa c’è dietro alla sua Sindrome di Mogadiscio (che ha colpito quasi tutti gli ostaggi liberati dalle “sgrinfie” dei terroristi in questi anni). Resto anche basito di fronte alle “fughe di notizie” dagli interrogatori. Ma è possibile? Intercettazioni? Cimici? Non esiste più il segreto istruttorio?
Se Silvia vorrà, in futuro, raccontare qualcosa delle sua esperienza, ben venga. Magari in un libro scritto con la maturità degli anni. Se no, che cosa? Uno scoop giornalistico che arricchisce solo qualcuno e la fa sbranare nell’arena dalla folla assetata di sangue? La ragazza va protetta. Pietas. Potrebbe essere mia figlia…

Veniamo alla politica…

1)- Non è che per apparire eroi occorra sempre essere in video; ok che siamo in campagna elettorale continua da anni, ma a volte un po’ di riservatezza e rispetto, appunto, non guasterebbe. I nonni la chiamavano prudenza. È una virtù. C’entrano anche l’intelligenza e la scaltrezza (ma forse è troppo pretenderle…). Se no, per la smania di apparire, ci si può trovare in situazioni nefaste, nelle quali il protagonista vero non sei tu. E lo vedono tutti chi sta gongolando… Chi ha orecchie per intendere… ( cfr. per esempio @LeoneGrotti su Tempi ). Le domande scomode al Governo quindi vanno fatte e non mi pare si possa ridurre tutto alla faida politica tra Guelfi e Ghibellini di cui siamo storicamente maestri. (cfr. per esempio Fausto Biloslavo per quanto riguarda le domande al Governo ).

2)- La riservatezza avrebbe potuto difendere meglio la ragazza invece di darla in pasto all’opinione pubblica, stampa, giornali, tv e soprattutto i social. Insomma ci sono cose che è meglio fare, diciamo, segretamente. (Se no, perché esistono i servizi segreti e l’Intelligence?). Con tempi lunghi. In luoghi nascosti. Con estrema discrezione. Per il bene di tutti. (Tanto, …dài, di robe che ci nascondete, di “omissis” ce ne sono un casino, e magari invece proprio quelle lì dovrebbero venire alla luce, dopo anni di deviazioni e insabbiamenti).

3)- Oltretutto, dopo, ci si deve faticosamente arrampicare sugli specchi per negare il pagamento del riscatto pro Jihad. Ok, se lo dice il Ministro sarà vero. Non abbiamo ancora prove contrarie, mi sembra… o no? …boh, magari una cifretta bassa? (cfr articoli citati in fondo).

Comunque su questo aspetto, secondo me, la vicenda di Aldo Moro di 42 anni fa esatti dovrebbe insegnare che la vita dell’ostaggio è la prima cosa da salvaguardare con ogni mezzo. Di questo penso non ci si debba vergognare mai. Dopodiché però non smettere di ricercare la Giustizia, e combattere la criminalità senza demordere mai, quello sì (…e i riscatti pagati -come, in bitcoin?- lasciano delle tracce, o no?).

…e al mondo dell’informazione:

1)- Cari giornalisti e pubblicisti. Ok, vi pagano (ora molto meno di una volta e solo chi ha anzianità di servizio) per essere sempre sulla notizia, dare subito giudizi, spesso per forza affrettati. A volte, se la notizia non fa il boom, un po’ di pepe dovete mettercelo voi. Ma non è che si può piegare tutto all’interesse di parte solleticando solo la pancia dei vostri fedeli e schierati lettori. Suvvia! Poi, la qualità dell’informazione scade al livello di un Tweettaccio qualsiasi e vi lamentate che i lettori vi abbandonano. Un po’ di rispetto per le persone di cui trattate! (Soprattutto valutate l’età, la condizione esistenziale -rapita, plagiata, isolata per mesi, -il tipo di resistenza e di protezione sociale. Facile prendersela coi deboli!).

2)- Capisco anche che dopo tre/quattro mesi in cui si parla solo di CORONAVIRUS, non vediate l’ora di cambiare rapidamente argomento passando al CORANOVIRUS, se no le vendite calano e si perdono posti di lavoro…

Appello agli insultatori seriali da “social”:
Avere rispetto è richiesto a tutti, anche a chi brandisce e si nasconde dietro un ID di un profilo Twitter o Facebook: esiste una deontologia, un bon-ton anche nell’uso di questi mezzi. Nel non farne uso si va dalla maleducazione terra-terra al Cyberbullismo. Che è perseguibile penalmente. (Chissà perché continuiamo a chiamare “social” un fenomeno che diventa spesso una palestra di anti-socializzazione…)

Fantastica e geniale questa descrizione della degenerazione dell’informazione nei social!

Fortunatamente ho potuto intercettare validi articoli (secondo me) come su Il Mattino e su Liberopensiero a firma di Simone Martuscelli , tanto per fare un esempio e interventi molto umani; uno su tutti quello su Facebook di Toni Capuozzo che condivido pienamente (e spero che mi perdoni la citazione in questa sede).

Chiedo ovviamente scusa se qualcuno si fosse sentito offeso per questo Post più tragico che comico. Capisco che è facile cascarci, ma, credetemi, non volevo mancare di rispetto a nessuno.

Info sull'autore

Giancarlo Paganini administrator

Giancarlo Paganini Illustratore e grafico. nato nel 1956 a Milano, dove vive e lavora.

4 Commenti finora

Roberto NizzolaPubblicato il8:59 pm - Mag 13, 2020

Bello, piacevole a leggersi, spazia sull’attualità senza eccedere nei giudizi e zenza imporli, oggi cosa rara, stimola all’approfondimento non volendi intenzionalmente esaurire le tematiche, con un sottofondo di ironia….

ClaudiaPubblicato il8:25 am - Mag 14, 2020

Non mi sembra affatto offensivo,
direi molto realistico.
Qualcuno a cui non andrà bene ci sarà sicuramente.
Pensare e giudicare ogni tanto non fa male.
La vignetta è satira… ci sta!

FlaviaPubblicato il7:52 am - Mag 15, 2020

Il tuo “pezzullo” mi è piaciuto molto, soprattutto perché secondo me è segno di un grande lavoro. La vignetta secondo me non merita…mi sembra un po’ banale..un abbraccio, e buona serata!

    Giancarlo PaganiniPubblicato il11:11 am - Mag 15, 2020

    Cara Flavia, ti ringrazio, come ringrazio coloro che hanno lasciato un loro commento relativo a questo post sul sito: Claudia e Roberto. Ogni vostra risposta è per me molto gradita.

    Se mi permettete, visto che ho spedito a tanti amici via Whatsapp il link al post chiedendo cosa ne pensavano, avrei il desiderio di riportare qui i loro messaggi. La varietà delle reazioni, positive, dubbiose o negative, sempre comunque affettuose, mi stupiscono molto e vorrei farne tesoro. Metto perciò in fila gli apporti:

    -Carlo: Bello – IO: Grazie dell’apprezzamento che apprezzo… Carlo: Si, hai fatto bene a scriverlo. Il pezzo,dico non l’appezzamento.

    -Silvia: Se vuoi pubblicare tutto avrai poi il riscontro nelle risposte dei lettori. Mi pare fin troppo articolato; ok sul fatto che il tutto poteva essere trattato con massima riservatezza e che sta diventando una bella pubblicità ai bravissimi carcerieri!!! Non so, in questa faccenda, quanto siano stati rispettati i sentimenti e risentimenti degli italiani. La ragazza è sicuramente una povera sprovveduta che probabilmente ha preso molti molti soldi da questo patto e sicuramente è stata plagiata, di fronte però a certe prestazioni per la sua famiglia e per lei avrà ceduto. Non mi pare che sia successo la stessa cosa per il povero Regeni da parte dell’Italia.

    -Fedele: Sono d’accordo con quanto scrivi.

    -Fabio: Col Corano in mano…

    -Chiara: Vignetta favolosa!!! Articolo troppo lungo a qst ‘ora… Leggo domani!

    -Anna: Coinvolto Luigi nella lettura: gliel’ho inviato. Concorda e si complimenta !

    -Mariarosa: Come al solito mi piace la vignetta…sul resto Gian sono d’accordo anch’io con Capuozzo… meglio un’ attenzione silenziosa che e’ diversa dall’indifferenza. IO: Grazie. Peraltro anche Capuozzo esprime silenzio parlandone…

    -Ugo M.: Simpatica la vignetta e pieno di buon senso quello che hai scritto. Grazie, Gianca.

    -Giancarlo B.: Piena approvazione …dispiace che altre persone (…) abbiano invece condiviso il video ieri di tal Silvana De Masi che ovviamente ha trovato spazio solo su ‘Il Giornale’, ‘La Verità ‘ e ‘Libero’ definendo ‘sciacquina’ Silvia Romano. Sentendo le sue parole mi sono venuti i brividi e ancora di più leggendo quello che in altre circostanze ha dichiarato. Questa donna (…) per essere stata forse un paio di mesi in Etiopia ad operare (unico merito) pensa di sapere ormai tutto sull’Africa e pontifica dicendo che là hanno bisogno solo di chirurghi e ingegneri mentre tutti gli altri sono sciacquini…penso ahimé a tutti i missionari e volontari che da decenni aiutano i bimbi, come si debbano sentire. Poi… una che sostiene la disparità dei sessi ammettendo tra le righe un po’ di violenza pur di salvare la famiglia, dà dell’antipapa a Francesco e ha fatto altre dichiarazioni sempre piene di odio che non sto qui a elencarti, direi che dovremmo a parer mio non appoggiare ma piuttosto boicottare.
    Non so come la pensi tu. Grazie. Buona giornata.
    -IO: Idem. È esattamente da quel genere di posizione che mi dissocio. Occorre giudicare, ma tenendo anche conto della nostra possibile parzialità e violenza, in punta di piedi e con rispetto. Poi, ci sono i carnefici e le vittime dei carnefici, con tutte le sindromi di stoccolma o mogadiscio che possono subentrare. Io me la prendo coi carnefici e con chi, per stupidità alla fine fa il loro gioco. La mia banca è differente… recitava una vecchia pubblicità. Ciao e grazie G

    -Giorgio: Non farei umorismo su una vicenda così…. portiamole rispetto.

    -Federica: Grazie Gianca. Ho letto tutto attentamente. Certo non c’è niente da ridere questa volta! Devo ammettere che sei stato molto accorto a non scivolare veramente come chi ti ha preceduto. È importante che in tempi come questi dove ogni avvenimento diventa luogo di speculazione pubblica, qualcuno provi a parlare di questo sconosciuto rispetto.
    Questa gogna mediatica mi ricorda (naturalmente in altri termini) lo scandalo suscitato da Nadia Toffa quando aveva osato parlare della sua malattia come di un dono. Persino Avvenire le era andata contro! Scrissi al direttore, non mi rispose ne pubblicò… ma è chiaro che si fa sempre del male a interpretare e manipolare il cuore di un altro.
    Oggi preghiera universale per tutti i popoli e religioni. Lasciamo che Dio operi nei cuori.
    Grande Toni Capuozzo.

    -Cristina: Ciao Giancarlo, sono d’accordo sul rispetto dovuto alle vittime di rapimenti, come Silvia. Sono d’accordo sul fatto che la si poteva (doveva?) far tornare a casa con più discrezione. Mi pare ovvio che 18 mesi di prigionia non possono che aver lasciato il segno. In tutta la vicenda mi viene da pensare però che c’è qualcosa che non va nel mondo/sottobosco delle onlus/Ong ecc.ecc. Fantastiche ma anche poco controllate… la mia piccola esperienza lavorativa mi conferma un po’ questo. Come si fa a mandare una ragazza in un paese così a rischio?
    La vignetta è bella! Mandala al Corriere… Vendila, intendo

    -Luigi F.: Ciao! Condivido e si legge bene. Ho solo qualche perplessità sul termine ‘estranea’ circa la religione. Lo sconcerto legittimo e comprensibile non è tanto perché è l’Islam (anche se non lo conosciamo, ci siamo abituati), quanto perché è quell’Islam appreso dai suoi sequestratori. È così che si pratica? IO: Giusto, cerco di definire meglio il concetto. Grazie, è un bel distinguo.
    Ecco, ho cercato di sistemare. Un po’ involuto come periodo, ma molto più chiaro, mi sembra
    -Luigi F.: Ok

    -Annamaria: Per me interessante, scorrevole ma troppo lungo. Sarà che son stanca…..b giornata

    -Marisa: Gian sei partito bene.. L’importanza del rispetto
    Il Rispetto, è un atteggiamento, ma anche un sentimento, quando ti trovi di fronte qualcuno diverso da te o che non la pensa come te scatta la difesa, lo spazio, la distanza… Di Silvia: Noi non sappiamo niente, se si è convertita per sopravvivenza o perché convinta. Non spetta noi indagare è una scelta intima.
    Io della ragazza so che è partita per andare ad aiutare gli altri in un luogo lontano e dimenticato da tutti, e la rispetto come rispetto la sua conversione, perché ognuno di noi è libero di di cercare e dare significato alla propria esistenza. Che dire.. condivido il tuo scritto
    -IO: Grazie per il tuo parere. Sai è un argomento difficile e delicato, in cui è facile fare scivoloni. Stamattina ho precisato meglio, nella parte della conversione il concetto della versione di islam che le hanno insegnato, che non è condiviso dalla maggioranza degli islamici. Non avendo un magistero univoco purtroppo si prestano a molteplici mistificazioni.

    -Pierangelo: Il più equilibrato e approfondito che abbia letto grazie. E infatti non sei un giornalista. Ho colto al volo da un notiziario che la mamma di Silvia alla domanda di un giornalista “come va” ha risposto “andrebbe meglio se non ci foste”. Difficile non condividere. Ciao grazie. La vignettina: Di gusto elegante.

    -Marco F.: Condivido tutto… solo l’avrei fatto un po’ più stringato.

    -Maurizio: Chi sono io per giudicare?
    Il pezzo è equilibrato e di lettura godibile. Forse un po’ tanto onnicomprensivo.
    Vignetta carina, non mi sembra eccezionale, però non è materia mia.
    Sintesi: complimenti.

    -Livio Z.: La frase… non è il minimo, è il massimo non suona bene… Non come contenuto, proprio come frase. La spiegherei meglio… Tipo non va dato il minimo, ma il massimo… Poi più personalmente, ricorderei anche che il rispetto DOVREBBE ESSERE RECIPROCO, ma questo è già un mio giudizio malizioso… adesso rileggo….
    -IO: Che debba essere reciproco l’ho messo nell’ultimo punto riferito a lei. Forse andrebbe aggiunto di non ostentare, x non provocare …anche se ormai la frittata è fatta…
    -Livio Z.: Vedi che serve rileggere??? L’ho scorso in fretta…

    -Lucia: A me piace.

    -Marina M. Come spesso sono in ritardo ma volevo dirti che il modo di affrontare il tema del rispetto mi è piaciuto molto: ti riferisci ad un fatto di cronaca arrivandoci con riflessioni anche più generali e profonde sull’umanità, che però opportunamente non approfondisce troppo altrimenti ne risulterebbe un trattato filosofico; mi piace il modo di accennare ad una possibilità di individuare un tema vitale e proporre una prospettiva da cui guardarlo e provare ad applicarlo ad un fatto di cronaca. La vignetta è per necessità parziale, risulta leggera e gradevole, io l’avrei messa alla fine…

    Beh, grazie a tutti voi
    Giancarlo

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