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DiGiancarlo Paganini

Morale?

Siamo ormai alla resa dei conti, (per quella di Conte dobbiamo ancora aspettare) come nei mitici film western, col duello finale e la sfida all’OK Corral. Sull’onda delle numerose denunce per la mala-gestione del COVID trepidiamo per la gioia di poter vedere anche noi saltare qualche testa criminale.

Ammettiamolo, siamo diventati tutti un po’ dei pistoleri forcaioli, altro che più buoni! Sangue, terrore e ghigliottina.
Quanno ce vo’, ce vo’! Ma come? In tutto il mondo saltano non solo le teste, ma intere statue di personaggi storici accusati di varie nefandezze non politically correct. (Tra cui quel criminale schiavista di Cristoforo Colombo che nel 1492 (!) ha scoperto l’America, mica noccioline…). Monumenti storici che vengono abbattuti sulle pubbliche piazze tra la folla plaudente, e da noi niente? Neanche una misera caccia alle streghe? Un micro pogrom? Vogliamo giustizia!
Morale? Giustiziamo.

In sommario: bisogna che chi ha sbagliato paghi duramente, senza attenuanti, senza se e senza ma. La notte dei lunghi coltelli si sta avvicinando, le lame si stanno affilando: tremate, o voi tutti che non siete stati in linea o all’altezza! Di cosa? Della linea e dell’altezza stabilite. Da chi? Boh. (D’altra parte non ci sono all’orizzonte in autunno delle elezioncine?)
Morale? Giustizia sommaria.

In situazione di carenza di potere politico effettivo sarà probabilmente quello giudiziario a condurre e dirigere la partita delle vendette trasversali. Per migliorare il Paese, chiaro, ripulirlo e redimerlo dal male. Almeno, così è sempre stato in Italia da Mani Pulite in poi. Si parte da casi veri e concreti di poveri pazienti anziani deceduti perché curati male o lasciati morire nel bailamme della pandemia (d’altra parte anche gli avvocati tengono famiglia e devono lavorare, se no l’Italia come si risolleva?), qualche medico che l’ha fatta grossa (e alzi mano chi era preparato ad affrontare il COVID a gennaio, febbraio, primi di marzo) rimane impigliato nelle maglie della giustizia. (Ma, per inciso, ci rendiamo conto in quale tsunami devastante si sono trovati ad operare i sanitari o ci siamo già dimenticati tutto?)
E poi (oh, eccoci finalmente) si risale ai “pupari” della sanità e della politica ai piani alti. Quelli che non potevano non sapere, per intenderci. E lì, zac!
Morale? Zac!

Morale della favola

Morale? Beh, allora, tutta ‘sta moralità e ‘sta giustizia allo stato puro e cristallino non è che ce la veda proprio in questa situazione così inquinata da troppi interessi. C’è qualche nota stonata, come ho già espresso in altri post. Battere sempre il pugno sul petto altrui non mi sembra un buon esempio di meaculpa e neanche un buon sistema che possa costruire una società più giusta e unita.

Posto che chi fa, chi lavora e si piglia dei rischi può sempre sbagliare e sempre correggersi, (al contrario di chi pontifica dallo scranno alto del suo dolce far niente), sarà facile identificare colpevoli e distribuire colpe. Ma c’è di più: la ricerca spasmodica dei capri espiatori, della piazzapulita e della tabularasa mi sa tanto di stalinismo, o di fascismo, che poi è lo stesso. Con tanto di “Damnatio memoriae” del capro di turno. Ma su questo torneremo un’altra volta.
C’è un detto popolare che recita: “Somma giustizia, somma ingiustizia”. Converrete che almeno quella umana corre questo rischio.

DiGiancarlo Paganini

Tirar palle

Sbloccato lo sport individuale di squadra. Chiunque potrà tirar palle nel nostro campo. Già nella fase uno di palle ne sono piovute parecchie, (…che palle!), ma lasciamo perdere… Livio mi ha suggerito questa vignetta sulla riapertura del tennis: una mascherina al posto della rete impedirà la diffusione del virus.

Se però il trend dei contagi vedrà rialzarsi la curva, verranno tempestivamente introdotte nuove regole: Il giocatore A giocherà fisicamente da solo, gettando la pallina in campo avversario, ma il giocatore B, non potendo esserci se non da remoto, con un messaggio Whatsapp o uno Zoom avviserà il giocatore A dell’arrivo della pallina in una determinata area del campo da gioco, dandogli le coordinate geografiche del suo punto d’impatto.

Al che, il giocatore A correrà subito a rispondere in campo B e rispedirà la pallina nella sua primitiva area di gioco. (L’abilità di A è evidentemente quella di far girare le palle il più velocemente possibile. L’abilità del giocatore B è riuscire a fare quante più segnalazioni errate all’avversario A). E così via negli scambi, finché uno dei due (per così dire) avrà infilzato con un dritto o un rovescio ben assestato l’avversario.

A causa di questo “doppio gioco” sono previsti crolli mentali improvvisi e crisi di identità devastanti tra i “novelli Panatta” di oggi. A questo proposito potranno riaprire in contemporanea anche gli studi psichiatrici e potrà assistere il giocatore, a distanza di sicurezza e fuori dall’area di gioco, anche uno psicologo dello sport indicato dalla federazione.

Con queste modalità è ovvio che non si potrà giocare il Doppio – doppio gioco. Dalle prime sperimentazioni si è notato che finora nessun giocatore è stato vincitore su se stesso e neppure sconfitto da se stesso e l’unica a finire battuta è stata la terra.

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