Dal disegno preparatorio di un probabile regalo (uno smalto vero a gran fuoco su rame) di papà per un suo amico (il “fantomatico Dottor Cortese”) alla realizzazione di una nuova Madonnina con Bambino a sbalzo e smalti epossidici per mia nipote Tecla.
Stava lì, nell’archivio disegni e bozzetti di mio padre Ettore, e ogni tanto occhieggiava mettendosi in mostra per la sua bellezza. Numero d’archivio 0209. Mi piaceva molto quella Madonnina “per il Dottor Cortese” (il nome non mi era nuovo, in casa lo citavano qualche volta, ma per me è rimasto un personaggio poco definito, un Carneade, il “fantomatico Dottor Cortese”) e mi era venuta voglia di riprenderla facendone uno dei miei sbalzi, ma mi frenava la complessità della composizione e le dimensioni un po’ eccessive, eccedenti i miei piccoli standard. Poi un giorno di Novembre, il 20 per esattezza, decido di sfrondare la composizione eliminando gli angioletti (non me ne vogliano, niente di personale…) e ridurre le dimensioni, modificando il disegno paterno e inquadrando solo Madonna e Bambino.
Orsù! All’opra, all’opra! Dàgli! Martella!
Il 2 dicembre stampo il disegno e inizio lo sbalzo su lastra di alluminio. Prima il solito processo di pulizia e preparazione, poi fisso il foglio alla lastra interponendo una carta carbone per facilitare l’individuazione dei tratti e con i miei sperimentati strumenti (penna e bastoncini di bambù forse per qualcuno risultano poco professionali per uno che vorrebbe fare il “toreuta”, ma niente martello e punte da cesellatore) e poco a poco la ex Madonnina per il “fantomatico Dottor Cortese” inizia a prender forma e volume.
Il prosieguo dell’opera
Il 3 dicembre lo sbalzo è praticamente finito, ora rifinisco i particolari, taglio le alette e le segno per la piegatura.
Lo sbalzo, opportunamente lucidato con la paglietta sottile, è pronto per inserire la colla di montaggio sul retro ove sistemare la tavoletta di masonite che lo rende rigido.
Incollaggio e finitura
Inserita la masonite piego le alette e le sigillo con l’Attack, poi metto tutto sotto dei pesi per bloccare colla, alette e Attack al loro posto.
La brunitura, un passaggio sempre molto delicato
Per dare profondità e nettezza al disegno occorre brunire la lastra. Il 4 dicembre sgrasso con alcool isopropilico la superficie, in modo da eliminare impronte o tracce grasse varie e poi con la mia spugnetta montata col manico stendo il mio intruglio alcoolico nero segreto e lo faccio essiccare. Ci vogliono due o tre passate perché la tintura strofinata penetri in tutti i luoghi che desidero e dia l’effetto brunito desiderato.
Però le aureole dovrebbero brillare molto di più, così mi risultano un po’ “spente”. Con cotton fiocc e straccetti di carta montati a punta su un bastoncino le ripulisco con alcool isopropilico stando attento a non sbordare. Faccio anche i due tondini superiori. Sembrano d’argento brillante. Per dare ancora più risalto e luce le sfriso radialmente con una punta. Ecco, così mi piace. Fisso il tutto con una buona passata di Macota KZ100 trasparente.
E ora ci vuole lo smalto
Nella stessa giornata, quando il Macota si è seccato, inizio la fase di smalto con i miei colori per vetro. Stavolta voglio cambiare il colore del fondo dietro la Madonna: basta col solito blu, voglio provare con un colore che non ho mai usato, un po’ coraggioso: il violetto 081 Amethyst. E’ sempre difficile e rischioso mescolare i colori per vetro, così lo uso puro. Un paio di mani danno saturazione adeguata alla stesura di colore.
La resinatura
Siamo al solito dubbio: se resinare o no. Ma, a dare una svolta decisiva alla decisione, nella mente comincia ad affacciarsi l’idea che a quest’opera devo dare un fine preciso: Natale si avvicina e mi sovviene che Annamaria, mia sorella pianista, già da tempo mi aveva chiesto se potevo farle una Madonnina per sua figlia, mia nipote Tecla che ha da poco finito di ristrutturare la casa. E’ una casetta che affaccia con l’ingresso sul nostro cortile. Faccio 2+2=4. La Madonnina per il “fantomatico Dottor Cortese” sarà il mio regalo di Natale per Tecla e, se lo vorrà mettere all’ingresso, all’aperto, dovrà per forza essere resinata, per resistere alle intemperie. Quindi, avanti!, si resina. (Uso resine della Resin Pro: o la I-Crystal, o la Art Pro. Prossimamente proverò la “Liquidissima”).
Cassaforma e colatura
Il 6 dicembre preparo la cassaforma con i legni e il silicone, fissando nel mezzo la formella coi distanziatori (sul retro – già resinato – ho incollato un foglio di plastica adesiva su cui appoggiano le assi, in modo che la resinatura anteriore non lo rovini). Tutto è pronto per la colatura di resina, passaggio che riserva sempre sgradite sorprese, bolle, sporchini, imperfezioni nella reazione chimica, difformità nella mescola, ecc. (Non mi viene mai una colatura uguale all’altra). (Vedi in questo Articolo per maggiori dettagli)
Dopo la colatura occorre attendere almeno una giornata di 24 ore prima di sgusciare il manufatto, se no si rischia di segnare la resina ancora non pienamente solidificata. Basta un’impronta digitale per fare un patatrack. Ci vuol pazienza, ma alla fine, l‘8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione della Madonna, eccoci al dunque! Si sguscia!
Fine? No, ora occorre rifilare e levigare le superfici
Pareggio i bordi e levigo e lucido tutta la superficie. Anche questo passaggio non è mai una passeggiata tranquilla, basta un nonnulla per rovinare tutto e costringere a ripassare le superfici ripartendo dalla grana di abrasivo che ha fatto il danno (le mie gradazioni vanno progressivamente da 40 a 10.000). Bene! alla fine, dopo un paio d’ore di levigatura, ecco qua il risultato! Finalmente davvero finito! Buon Natale cara Tecla!
Info sull'autore
Giancarlo Paganini administrator
Giancarlo Paganini
Illustratore e grafico.
nato nel 1956 a Milano,
dove vive e lavora.
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